martedì 30 novembre 2010

Il luccio e la vegetazione acquatica

di Marco Milardi
 
In quest’articolo cercheremo di esaminare da un punto di vista il più possibile rigoroso le interazioni tra il luccio (inteso come specie e come individuo) e la vegetazione nell’ambiente acquatico. La vegetazione acquatica è indispensabile per il luccio durante la frega. Al giorno d’oggi i principali corsi d’acqua sono regimentati e le piene sono diventate un evento eccezionale. Anche i laghi esondano ormai raramente.

Millenni di evoluzione hanno prodotto un pesce come il luccio che si riproduce a primavera e che in aree a basso impatto antropico lo fa spesso e volentieri in terreni alluvionali, dove le larve trovano un ambiente ideale per il loro rapido sviluppo prima di tornare al corpo d’acqua principale con il ritirarsi delle acque. È una specie che ha bisogno di vegetazione per deporre le uova, la vegetazione offre riparo e sostegno alle piccole uova collose durante i pochi giorni dello sviluppo.
Per fortuna il luccio non è particolarmente selettivo, come altre specie, sul tipo di piante utilizzate durante la riproduzione. In mancanza di terreni alluvionali andrà a deporre su steli di Phragmites (canna palustre) o altra vegetazione acquatica in zone poco profonde. La mancanza di vegetazione durante la frega non significa necessariamente l’assenza della frega stessa ma piuttosto ha un grosso impatto sulla sopravvivenza delle uova stesse che in mancanza di riparo non arrivano facilmente alla schiusa.



Un tipico ambiente per la deposizione primaverile

Le larve di luccio appena uscite dall’uovo sono delle creature molto fragili, ben lontane dal diventare i top predator dell’ambiente acquatico. Durante le prime settimane dopo la schiusa le larve sono costrette a rimanere al riparo della vegetazione acquatica per evitare i loro molteplici predatori (praticamente tutti). All’inizio la larva rimane attaccata alla vegetazione tramite un escreto colloso e si nutre del proprio sacco vitellino ma ben presto comincia a predare il plankton e poi le altre larve grazie alla bocca molto sviluppata.
Durante tutta la fase larvale e gran parte della fase giovanile il luccio rimane profondamente legato alla vegetazione che gli offre al contempo riparo dai predatori (anche da altri lucci), un ottimo nascondiglio da cui tendere agguati e un territorio ricco di risorse alimentari dove la maggior parte delle prede cerca rifugio dai pesci più grandi.



Un censimento delle aree poco profonde di un lago rivela piccole larve di luccio concentrate nella vegetazione costiera

Una volta raggiunta la maturità e la fase adulta il luccio rimane comunque legato alle piante acquatiche anche se alcuni individui sembrano preferire altri tipi di ambienti e si spostano in altre zone del corpo d’acqua. Questa predilezione è nota ai pescatori sportivi che spesso cercano di insidiarlo vicino ai canneti, nei tappeti di ninfee o ancora sul mirofillum che cresce nei drop-off.
In effetti fino al raggiungimento delle taglie massime un luccio è perennemente a rischio predazione sia da parte dei suoi simili (anche di taglia molto simile) che da parte di altri predatori acquatici (uccelli acquatici ed altre specie esotiche).
Questo rischio si attenua soltanto con il sopraggiungere del periodo invernale: durante l’inverno il cannibalismo scende moltissimo e il luccio, prima molto territoriale, si può trovare molto vicino ad altri individui. Questo cambiamento nel comportamento coincide con un calo dell’attività accompagnato ad un progressivo diminuire della vegetazione acquatica.

















Ninfee e canneto sono due delle tipologie più comuni di piante acquatiche associate alla presenza del luccio

Alla luce di quanto detto sopra appare evidente che, non potendo permettere eventi alluvionali come in passato, sia molto importante mantenere il più possibile la naturalità del corso d’acqua.
La cementificazione e la regimentazione dei canali generalmente porta ad un aumento della velocità dell’acqua corrente per via della superficie più regolare e per il raddrizzamento dei meandri e delle pieghe. Questo di norma porta ad avere un’assenza di macrofite, cioè di quella vegetazione che sarebbe indispensabile alla vita acquatica in generale e al luccio in particolare.
Lo sfalcio del canneto, sia nei canali come nei laghi, per ottenere sponde più pulite, spiagge e piste ciclabili ha spesso portato allo stesso risultato.
È certamente importante creare spazi adatti all’uso da parte dell’uomo ma è altrettanto importante salvaguardare altri spazi in cui le attività naturali possono svolgersi regolarmente. La vegetazione delle sponde, come abbiamo visto, è un punto focale per la riproduzione del luccio e di altre specie di pesci. Se la vegetazione viene eliminata si mettono a rischio moltissime specie.
Un ambiente ricco di vegetazione, anche se difficilmente pescabile, è un ambiente ricco di fauna mentre un ambiente con poca vegetazione di norma ospita poche specie. La differenza è il numero di micro-habitat che si creano all’interno della vegetazione che aumentano le capacità del sistema. Un eccesso di vegetazione, per esempio a causa di nutrienti immessi nell’ambiente da pratiche agricole, può effettivamente essere un problema per la fauna acquatica ma questo livello è ben oltre quello percepito normalmente. Il luccio in particolare è un pesce che resiste bene a condizioni eutrofizzate ed a livelli bassi di ossigeno.


















Cementificazione di un canale irriguo

Un’ultima nota va fatta in merito al ripristino di vegetazione in zone alterate dall’intervento umano. Le piante acquatiche, così come gli animali, hanno un elevato potenziale di riproduzione ed è necessario rispettare gli equilibri preesistenti.
Pertanto è sbagliato introdurre nuove specie di piante nell’ambiente ma è consigliabile reintrodurre le piante preesistenti. Così come è consigliabile tenere sotto controllo la presenza di piante introdotte che possono facilmente risultare infestanti e soffocare l’ambiente. Qualsiasi azione o programma in tal senso dovrebbe essere coordinato con gli enti locali e supervisionato da esperti del settore.
Bisogna sempre tenere a mente che l’evoluzione laterale ha avuto millenni per formare una comunità acquatica e introdurvi una modifica di qualsiasi tipo può portare effetti che al momento non riusciamo a prevedere. Inoltre specie che conosciamo bene e che sono innocue in un ecosistema possono trasformarsi in specie infestanti se trasferite in un altro posto.
In molte zone europee il canneto e i letti di ninfee sono piante protette mentre in America (dove sono state introdotte) sono infestanti e attivamente controllate dai dipartimenti ambientali. Anche in questo caso la rimozione di una specie introdotta è molto difficile e costosa.



Controllo del canneto a Phragmites in America