sabato 1 gennaio 2011

Pike Welfare parte 2 : slamare e rilasciare un luccio

di Stefano Vallongo

Dopo aver imparato correttamente l'uso del guadino e l' esecuzione della presa opercolare vediamo come compiere le altre operazioni necessarie per svolgere un corretto cath & release. Più precisamente saranno descritti nei dettagli come slamare, fotografare, riossigenare e rilasciare nei migliori dei modi un luccio. Le operazioni qui descritte potrebbero sembrare banali ma il vero pike angler deve prima di tutto essere capace di gestire, maneggiare e rilasciare un luccio nei migliori dei modi, anche nelle situazioni più difficili.


Slamtura
Ciò che si deve tener presente quando si slama un luccio è che gli incidenti più pericolosi che si possono verificare durante la slamatura dei pesci non sono causati dai denti del pesce ma dalle ancorette degli artificiali, che a causa del divincolarsi del luccio possono ferire le nostre mani, trovandosi così pericolosamente e dolorosamente allamati insieme al luccio.Per una facile slamatura occorrono delle lunghe pinze da chirurgo in acciaio di buona qualità, che permettano una presa sicura su ami ed ancorette. Per le prime esperienze è consigliabile farsi aiutare da qualcuno già esperto e munirsi di guanti fish handler o in neoprene per proteggersi da eventuali tagli ed escoriazioni.




La slamatura richiede un po’ di perizia ed attenzione. Le pinze devono impugnare saldamente gli ami lungo la curvatura, ciò permette di essere più precisi ed esercitare una forza maggiore unita ad una migliore presa. In caso di ingoio, l’ancoretta di coda si va ad allamare vicino alle branchie del pesce ed è necessaria molta attenzione nell’estrarla, per cercare di non forare le branchie circostanti. Purtroppo è proprio durante questa fase che spesso si arrecano i maggiori danni al pesce. In caso di “cucitura”, cioè se una stessa ancoretta presenta più punte allamate, è preferibile schiacciare gli ardiglioni e cominciare a slamare solo dopo aver individuato la sequenza opportuna per estrarre ogni amo. Se si sta pescando con artificiali piccoli o con esche naturali è possibile che una ancoretta o parte della montatura venga parzialmente o totalmente “esofagata”. Nel cercare di estrarre a forza l’ancoretta si possono provocare lesioni interne mortali per il pesce, quindi in questo caso è meglio tranciare con le tronchesi il dorso dell’ancoretta e per quanto possibile anche gli ardiglioni, lasciando parte della montatura in bocca al pesce. La slamatura dovrebbe avvenire nel minor tempo possibile, tuttavia è preferibile dedicare un po’ più di tempo ad una corretta slamatura piuttosto che cercare di slamare il luccio in malo modo, rimettendolo in acqua con maggiori danni. In caso di ingoio profondo spesso è indicato slamare il pesce entrando dalle branchie laterali per poi concludere la slamatura frontalmente dalla bocca.



Misurazione e foto


La cattura di un’esemplare degno di nota merita sicuramente qualche bella foto. Le foto più belle sono quelle in cui il pesce è ripreso nè troppo vicino al pescatore né troppo proteso verso il fotografo





Negli anni passati ero solito misurare i lucci sostenendoli perpendicolarmente opercolandoli con una mano e usando un metro flessibile tipo quelli usati in sartoria. Da recenti studi sembra proprio che sia pericoloso per i lucci, soprattutto per quelli di grosse dimensioni essere sorretti verticalmente. Gli esocidi possono incorrere in lesioni spinali o ossee e potrebbero non sopravvivere. Quindi il sorreggerli verticalmente è da evitare per le fasi di slamatura, per quelle di misurazione e soprattutto per le foto. Per ovviare a questo problema per misurare i pesci potrete fissare o incollare bande metriche sulla fiancata della vostra barca e misurare il pesce sorreggendolo con 2 mani vicino al metro. Se preferite pesare il pesce piuttosto che misurarlo pesatelo lasciandolo dentro il guadino evitando assolutamente di appenderlo con i ganci della bilancia per le branchie. Nel malaugurato caso che durante queste fasi il luccio si dimeni cercate di bloccarlo abbracciandolo o placcandolo sul materassino, per evitare che si possa ferire con cadute o urti.
Riossigenazione

Dopo aver slamato il luccio lo andremo ad appoggiare in acqua impugnandolo saldamente con una mano all’ estremità della coda. Se il pesce non riesce a tenere un assetto stabile posizionate l’altra mano sotto la pancia.



Per fare in modo che il pesce non vi sfugga mentre lo appoggiate in acqua potete utilizzare la presa “ di primo approccio” precedentemente descritta. Utilizzando questa presa il cambio di mani sarà più semplice cosi come l’ impugnare il pesce all’ estremità della coda.
Le prime volte che provate una riosssigenazione è meglio tenere il luccio con due mani sulla coda perché è facile che possa sfuggirvi.




Durante la riossigenazione il pesce deve rimanere in assetto di nuoto parallelo al fondale, perché oltre al recupero di forze ed ossigeno deve ritrovare, nel minor tempo possibile, equilibrio ed acquaticità. Si deve cercare di trattenere il luccio fino a quando non sfugge letteralmente di mano con la vigorosa scodata che caratterizza la sua difesa. E’ opportuno ricordare di non lasciarlo prima che abbia riacquistato l’ orientamento. Durante la riossigenazione i primi segni visibili di un pronto recupero sono il movimento delle pinne laterali anteriori, l’aprirsi delle branchie e lievi segni di inarcamento del corpo associati ad accenni di pinnate. Nel caso il pesce non presenti nessuno di questi segnali di ripresa è possibile aiutare ulteriormente il pesce simulando dolcemente la movenza di una pinnata muovendolo con mano e polso da un lato all’altro, ottenendo delle “s” con il suo corpo.
In caso di combattimenti troppo lunghi, di scarsa ossigenazione delle acque, di sbalzi termici avvenuti nei giorni precedenti o di eccessivo tempo dedicato al combattimento o alla slamatura, il pesce può impiegare anche qualche minuto per il completo ripristino delle forze.


Slamare in acqua
Alcuni pescatori che si affacciano al mondo del luccio come eredità dal mondo della pesca a mosca e dei pescatori di trote, portano con sé la convinzione che il modo meno invasivo per slamare un pesce sia lascialo nel suo ambiente mentre si rimuovono gli ami. Slamare in acqua i lucci ( soprattutto quelli di piccola taglia di che eviteremo di fotografare e misurare ) è sicuramente il modo migliore per far si che l’esocide possa continuare la sua vita senza ulteriori stress e danni, tuttavia bisogna sapere che per slamare un luccio è indispensabile una salda presa con la mano libera dalla pinza per poter permettere alla mano che slama maggior leva e precisi movimenti nel rimuovere gli ami. Cercare di slamare il luccio senza bloccarlo saldamente con una mano ha molto spesso il solo risultato di lacerare ulteriormente la bocca allargandone i tagli. Piuttosto di prolungare il tempo di slamatura e aumentare i danni, risulta più corretto impugnare il pesce con una mano e usare un buon paio di pinze con l’altra, un’azione che possiamo fare anche con una parte del pesce che resta dentro l’acqua.




Il trancino
E’ opinione comune, soprattutto tra i sostenitori del catch and release, che sia indispensabile possedere un trancino di buona qualità. E’ innegabile che ogni pike fisherman debba possederne uno ma sui suoi usi possibili dobbiamo considerare diversi aspetti. In caso di slamature difficili, molti pescatori ricorrono subito al trancino, che in caso di cuciture con doppia o tripla punta aiuta a rimuovere gli ami senza fare ulteriori danni al pesce. Sarà sufficiente troncare le punte appena sotto l’ardiglione per una slamatura semplice e veloce.




Personalmente, lo uso solo in casi estremi. Questo principalmente perché pesco senza ardiglioni e perché la slamatura è sicuramente più veloce del troncare gli ami. Ciò riduce al minimo il tempo di rimozione e il rischio che il pesce si dimeni, tuttavia chi non è tanto pratico nel maneggiare i pesci con il trancino si troverà sicuramente più a suo agio. Prima di agire sul pesce con trancino e/o pinze è importante osservare come sono puntati gli ami e in caso di cuciture cercare di capire quale amo è entrato per primo e slamare o troncare le punte in senso inverso alla loro entrata.
Il trancino deve essere di ottima qualità, delle giuste dimensioni per armeggiare tra bocca ed ami e con leve abbastanza lunghe. E’ sicuramente indispensabile in caso di totale o parziale “esofagazione” di una o più punte delle ancorette. In questo caso troncheremo il gambo dell’ ancoretta lasciandone la restante parte in bocca al pesce, che riuscirà a corrodere l’ancoretta da sé. In questi caso la cosa più sbagliata che si può fare è di cercare di estrarre l’ancoretta dall’ esofago poiché ce il rischio di lacerare e strappare parti dell’ apparato digerente. Il trancino risulta purtroppo indispensabile anche in caso che inavvertitamente gli ami penetrino nei vestiti o ancor peggio, nelle dita del pescatore.

"Ferite di guerra"
In caso di contatto con i denti brachiali, si possono subire lievi escoriazioni che una volta disinfettate guariscono in breve tempo. I denti del palato e i canini, sono molto affilati e penetrano facilmente nelle dita provocando tagli profondi ma sottili. In questo caso è opportuno tamponare con fazzoletti di carta puliti e suturare la ferita avvolgendo il dito con scotch da garze ben aderente alla pelle, ma mai troppo stretto. Le eventuali ferite vanno comunque disinfettate ed è sempre meglio evitare il contatto con l’acqua nella quale si sta pescando, magari indossando un paio di guanti sterili monouso. In caso che maneggiando i pesci una o più punte con ardiglione si infilino nella carne purtroppo è meglio rivolgersi al pronto soccorso.
Too deep... to hot?? no Pikes
Ormai da diversi anni si susseguono le polemiche sull’eticità di pescare i lucci in grandi profondità e con temperature dell’acqua troppo elevate. Le profondità pericolose, che producono i cosiddetti pesci “gassati” possono variare di ambiente in ambiente e di stagione in stagione, ciò che comunque dobbiamo tener presente è che il luccio è una specie delicata e pescare con metodi estremi quali vertical jigging e traine molto profonde provoca danni irreversibili ai pesci che in più occasioni possono portare alla morte. Spesso a farne le spese sono proprio gli esemplari più grossi. Se si è fautori del catch and release sono tecniche da non praticare, cosi come non è giustificabile andare a pescare lucci con acque che superano i 24 gradi in superficie e in giornate estive con più di 30 gradi. Il tutto sta nella coscienza di ognuno di noi: decidete voi se è più gratificante andare a pesca di grossi lucci con il rischio di fare danni o se aspettare il momento migliore e praticare il metodo meno invasivo. Il rischio di praticare solo pesche etiche può essere il tornare a casa e non avere foto di lucci grossi da mostrare agli amici, ma poterli andare a pescare in futuro, magari al ritorno del prossimo fresco e in acque basse.
Pikes are fragile….handle them with care!